
I Tre Principi: insegnare e vivere nella comprensione
La lettera aperta di Jack Pransky alla comunità Tre Principi, in occasione del suo pensionamento.
Jack Pransky è stato insegnante, divulgatore e soprattutto ricercatore nell’ambito della crescita personale attraverso l’approccio che ha avuto origine da Sydney Banks, da lui chiamato: Tre Principi.
Il dott. Pransky, dopo tanti anni spesi in giro per il mondo a condividere questa comprensione e soprattutto dopo tanti sforzi per documentare il potere e l’efficacia che questo approccio ha nella salute mentale di tutti gli esseri umani a tutti i livelli ha deciso di andare in pensione e prima di farlo, ha voluto lanciare un messaggio di speranza, ma anche un monito affinché questa comprensione continui a fare del bene e resti aderente agli insegnamenti originali di Sydney Banks.
Per chi non conosce i Principi, potrebbe sembrare un po’ strano leggere queste parole, ma la verità che si cela nel suo profondo, al di là delle espressioni più “tecniche” (non c’è nulla di tecnico nei Tre Principi, ma passatemi il termine), sono certa potrà risuonare vero in chiunque si occupa di sviluppo personale, auto-aiuto, crescita spirituale e benessere psicologico.
La lettera di Jack Pransky
Una (lunga) lettera aperta alla comunità dei tre principi
da Jack Pransky
In occasione del mio pensionamento
Care bellissime anime della comunità dei Tre Principi,
Se ancora non lo sapete, mi ritirerò il 31 dicembre 2019. Alcuni pensieri (più di alcuni, in realtà) mi sono venuti in mente riflettendo mentre “cavalco verso il tramonto”. Voglio fare una premessa affermando che le opinioni espresse qui sono solo le mie personali. Le condivido per quello che valgono.
Prima di andare in pensione, devo ringraziare tre persone principali dal profondo del mio cuore.
George Pransky:
Quando ero confuso su cosa significasse davvero questa comprensione, George mi prese sotto la sua ala. Quando non avevo idea di come integrare nell’applicazione pratica della vita di tutti i giorni ciò che avevo sentito ben oltre il mio intelletto da Sydney Banks, George, così generosamente, c’è sempre stato per me. Non posso esprimere quanto abbia imparato da questo mio cugino di secondo grado e quanto lo apprezzo. Non lo dimenticherò mai.
Roger Mills:
Quando ho scoperto per la prima volta questa comprensione non mi interessava lo sviluppo personale; ero concentrato solo sui risultati raggiunti dalle persone all’interno delle comunità. Roger originariamente mi ha ispirato permettendomi di vedere come questa comprensione potesse essere applicata nella prevenzione e nel lavoro in comunità. Senza quello che Roger ha realizzato in Modello (e successivamente in molte altre aree come il Coliseum Gardens) non avrei prestato molta attenzione a questo aspetto.
Quando ho visto le vite delle persone cambiare totalmente direzione, persone che quasi tutti avevano dato per spacciate – persone con gravi dipendenze, donne che venivano pesantemente picchiate dai loro fidanzati sotto l’effetto del crack, madri che picchiavano i loro figli, spacciatori che gestivano la comunità, orribili condizioni abitative – tutte situazioni che hanno avuto una svolta radicale e permanente; questo è ciò che mi ha catturato. Ho visto la speranza per l’umanità.
Ogni sforzo della comunità dei Tre Principi, incluso tutto ciò che è stato realizzato nelle carceri e nei centri di riabilitazione per tossicodipendenti a seguito di questa comprensione e di tutte le vite cambiate, può essere ricondotto a Roger Mills. Spero davvero che questa comunità, mentre si espanderà e si diffonderà nel futuro, non lo dimentichi mai.
Non credo che sia una coincidenza il fatto che da quando è mancato lui, il numero di progetti comunitari e la percentuale di persone a basso reddito e persone di colore coinvolte in questa comprensione siano diminuite considerevolmente. Eppure ci sono ancora professionisti là fuori che svolgono questo lavoro cruciale e devono essere ringraziati.
Sydney Banks:
Senza dubbio, per lo più ringrazio Syd. Tutti comprendono davvero che l’intero movimento dei Tre Principi è iniziato da un uomo comune? Con l’esperienza illuminante di un solo uomo?! E solo perché ha deciso di non tenerlo per sé e ha invece voluto regalarlo all’umanità per aiutare le persone a porre fine alla loro sofferenza. Dopo la sua straordinaria esperienza, Syd non si è detto: “Potrei fare un sacco di soldi condividendo questo”. Invece ha detto: “Posso essere al servizio degli altri”. Non dimentichiamo mai che senza Syd questa comunità non esisterebbe neppure; e noi non ne saremmo parte. Mi sento davvero onorato e fortunato di essere stato nel posto giusto al momento giusto perché Syd sconvolgesse la mia mente, dopo di che io non sono mai più stato lo stesso. Non riesco neppure ad esprimere la gratitudine che provo per quest’uomo.
Le altre persone che devo ringraziare dal profondo del mio cuore sono quelle con cui ho lavorato a stretto contatto e i grandi e meravigliosi amici che ho incontrato attraverso questa comprensione. Questa comunità è piena di persone così belle; è un gruppo molto, molto speciale di anime, e credo che ciò accada perché tutti guardano nella stessa, insolita direzione dall’interno verso l’esterno e la approfondiscono insieme. Non è che le altre persone non siano speciali; è che questa comprensione sembra far emergere la bellezza e la particolarità delle persone. Non vi dimenticherò mai, soprattutto le amicizie meravigliose e durature che ho stretto. Mi piacerebbe elencare tutti qui, ma ce ne sono troppi e temo di lasciarne fuori qualcuno. Sapete chi siete per me.
Tutti noi facciamo parte del riverbero delle onde di Syd nel mondo.
Syd ha toccato qualcuno che ha toccato altri che hanno toccato altri ancora e ora continuate a toccare gli altri, colpendo una persona alla volta, una vita alla volta. Sembra che non possa mai finire e spero che sia così. Per me è così incredibile da non poterlo esprimere a parole. Devono essere elogiati anche coloro che in modo particolare hanno aiutato ad accelerarne la diffusione , perché continua a migliorare vite.
Con l’aumento della sua diffusione, tuttavia, sono necessarie alcune precauzioni. Alcune persone si chiedono se i Tre Principi siano tutto ciò che importa oppure se anche Syd Banks stesso sia importante. Per rispondere a questo, tutti potremmo guardare a cosa Syd dava importanza.
Integrità
Per me era l’assoluta integrità; l’assoluta aderenza alla purezza dei Principi; insisteva sul fatto che il messaggio venisse condiviso nel modo più puro possibile; insisteva sul fatto che il sentimento con cui viene comunicata la comprensione (cioè un sentimento d’amore) fosse più importante delle parole; insisteva sulla semplicità; insisteva affinché il messaggio venisse diffuso senza ego (che Syd ha definito “un’immagine della propria importanza personale”); insisteva sul fatto che questa è una comprensione spirituale (oltre che psicologica).
Syd è stato inarrestabile nel tentativo di mantenere i Principi e la sua comunità sulla buona strada e nella giusta direzione. Chi lo farà ora? Nessuno possiede lo stesso potere o autorità. Alcuni si sono presi la briga di “fare le sue veci” e con meravigliose intenzioni fanno del loro meglio per cercare di mantenere le cose sulla buona strada. In alcuni ambienti a volte vengono ora definiti “la polizia dei Principi”. Faremmo bene a considerare che quanto più questa comprensione si diffonde nel mondo generazione dopo generazione, tanto più facile è che venga annacquato o ci si allontani dal suo messaggio puro. Coloro che “ne fanno le veci”, chiunque essi siano, fanno del loro meglio per non lasciare che vengano diffuse idee sbagliate. A mio avviso, i loro sforzi a tal fine devono essere encomiati perché non è un compito facile.
L’Ego
Ma è questione intricata! Ad ognuno di noi può accadere di lasciare che l’ ego prenda il controllo e diriga lo spettacolo. Tutti noi potremmo prestare maggiore attenzione alla sensazione nel nostro cuore mentre diffondiamo nel mondo questa comprensione e proviamo a tenerla sulla retta via. “La sensazione” è ciò che ci dice se il nostro ego è in gioco. Che sensazione provano le persone che ascoltano da noi questa comprensione o direzione? Lasciamo che sia la sensazione la guida più importante per il nostro insegnamento. Che sensazione proviamo quando ascoltiamo gli altri? Lasciamo che questa sia la nostra guida su chi ascoltare. Quanto ascoltiamo profondamente gli altri? Lasciamo che sia la sensazione la nostra guida nel modo di condividere.
Insegnare i Principi
Esistono numerosi maestri spirituali nel mondo; alcuni hanno avuto esperienze di illuminazione. Cosa distingue Sydney Banks? Per me, è la semplicità di indicare i Tre Principi come leggi naturali e affermare che non c’è nessuna “pratica” per raggiungere ciò che le persone già sono e hanno dentro. Non so se le persone che non erano presenti prima che Syd enunciasse i “Tre Principi” possano comprendere e apprezzare quanto fosse sconcertante riuscire a capire cosa stava cercando di indicare.
Definire i tre principi è ciò che ha unito tutto e lo ha reso semplice. Prima di allora, per molti di noi era un discorso spirituale insondabile ma meraviglioso. Ora ascoltiamo tutto attraverso i Tre Principi, quindi tutto ha un senso. Ascoltando i vecchi nastri di Syd ora ci inseriamo nei Tre Principi, ciò che suonava incomprensibile allora, oggi non lo è più. Questa è stata la grandiosità e la genialità di Syd. I tre principi fanno acquisire senso a tutto il resto.
La differenza tra il “cosa” e il “come” dei Principi
Qui credo sia estremamente utile e importante fare la distinzione tra il “che cosa” dei Tre Principi e il “come” dei Tre Principi. Il “cosa” dei Principi – il modo in cui l’esperienza della vita di ognuno è creata di momento in momento attraverso l’interazione di Mente Universale, Coscienza e Pensiero – è irrefutabile. Il “come” dei Principi è la sfera del come aiutiamo gli altri a capirlo; inoltre, domande come “Come posso ottenere la tranquillità?”; “Come posso abbandonare il mio pensiero?”; “Come posso vedere più in profondità?”; ecc. Mi stupirei se qualcuno fosse mai cambiato nell’aver visto il “come”, ma queste sono le domande più frequenti.
Una comprensione più profonda del “cosa” è ciò che cambia la vita delle persone.
Il “come” possiamo aiutare al meglio gli altri a ottenere questa comprensione è creato usando il “cosa”. Il “come” è la migliore ipotesi delle persone, dopo molti anni di inciampi, prove ed errori per trovare la propria strada. Non c’è nulla di sacro nel “come” dell’insegnamento dei Principi. Il modo in cui si condividono meglio i Principi viene creato attraverso l’insegnamento, il coaching, gli intensivi, il lavoro con le imprese, il lavoro nelle comunità, nelle carceri e nelle scuole, ecc. È saggio imparare dalle esperienze e dagli errori degli altri, ma alla fine ognuno deve trovare la propria strada. C’è spazio per l’innovazione.
La purezza dell’insegnamento
La cautela è d’obbligo, però. Durante l’innovazione può essere allettante mescolare i Principi con pratiche e tecniche esterne. Dopo aver tenuto così tanti corsi di formazione per insegnanti e facilitatori tre principi, ho notato che quando le persone tendono a mescolare è spesso dovuto alla paura; cioè, alla mancanza di fiducia nel fatto che una profonda comprensione dei Principi (il “cosa”) è sufficiente da sola per cambiare le persone.
Quindi i facilitatori, i consulenti, gli insegnanti, quando non riescono a comunicare con clienti o partecipanti, ricadono a volte nella loro vecchia borsa di attrezzi che già conoscono o nelle tecniche imparate in precedenza per provare a superare la difficoltà, piuttosto che ascoltare più profondamente e portare il cliente più in profondità nella “questione”.
Il ricorso a tali pratiche probabilmente indica che la propria comprensione non è abbastanza profonda o che si sta andando oltre la propria comprensione, si sta andando nell’intelletto. Il fatto è che molte persone sono state aiutate solo attraverso una profonda comprensione dei Principi; puntare esclusivamente in questa direzione era ed è sufficiente.
[Nota: i professionisti dei tre principi possono vedere solo tanto profondamente quanto è profonda la loro comprensione in quel momento, e non vedere più in profondità non è mai un problema se ci atteniamo a ciò che vediamo essere vero per noi stessi, manteniamo una buona sensazione, facciamo domande, ascoltiamo profondamente ed esploriamo insieme.]
Il paradigma Inside-Out contro l’outside-in
Ciò non significa che non possiamo essere creativi se un cliente, un tirocinante o un partecipante sono bloccati o non riescono a comprendere. Ma questo deriva da un ascolto profondo. Se la saggezza dell’ascolto dice al coach o all’insegnante di utilizzare qualcosa che sembra strano o fuori dalla norma, probabilmente funzionerà. Ma senza la saggezza che guida la nave, non ha molto senso combinare i principi (il paradigma interno-esterno) con qualsiasi altra cosa che proviene dal paradigma esterno-interno perché sono opposti e lavorano l’uno contro l’altro. [Nota: non fraintendetemi. Possiamo ancora portare creativamente i Principi in altri campi o tradizioni non sfruttati, il che potrebbe essere molto proficuo.]
La sensazione come guida
Qual è la nostra guida per aiutarci a sapere se il nostro approccio alla condivisione dei Principi è sulla buona strada? Come sempre, è: 1) La “sensazione” è giusta? 2) Stiamo ottenendo risultati? Cioè: le persone hanno intuizioni sul “che cosa” dei Principi al punto che le loro vite migliorino? Allo stesso tempo, ciò che funziona con una persona potrebbe non funzionare con un’altra, quindi è fondamentale ascoltare in profondità. Dopo diversi anni di lavoro nella comprensione dei Principi, mi sono reso conto che c’era poca correlazione tra l’eloquenza dell’insegnante nell’articolazione dei Principi stessi e il fatto che i partecipanti avessero intuizioni e cambiamenti; sembra esistere una maggiore correlazione tra l’essere nella “sensazione” dello spirito dei Principi (insieme all’ascolto profondo) e il fatto che le persone abbiano intuizioni e cambiamenti. Sarebbe saggio porci le due domande sopra citate, ogni volta che insegniamo o facciamo coaching.
Perché ci si potrebbe allontanare dai Tre Principi?
Credo che tutti possiamo imparare molto ascoltando le persone che si sono allontanate dai Tre Principi e da questa comunità. Per qualche ragione un certo numero di persone si sono confidate con me nel corso degli anni.
Ecco alcuni dei motivi dell’allontanamento dai principi che ho sentito:
“Ero stanco di dover essere in un certo modo.”
Questo è sconcertante. Se i Tre Principi sono semplicemente una descrizione del modo in cui funzionano le cose, e non una prescrizione, cosa c’entra il “dover essere in un certo modo”? Chi dice che qualcuno deve essere in un certo modo? I Principi in sé non lo dicono, quindi chiunque suggerisca questo, sta inventando qualcosa che non è vero. È importante essere sicuri che le persone non stiano cogliendo questo messaggio da noi.
“Pensavo di sapere qualcosa e avevo molto da dire. Nessuno mi ascoltava. Le persone mi sfidavano. Le persone come risultato del lavoro non cambiavano. Pertanto, mi sono disilluso.”
Ogni volta che pensiamo di sapere qualcosa è un segnale che abbiamo molto di più da imparare. E se le persone ci sfidano, significa che non stiamo trasmettendo i Principi in modo semplice o abbastanza profondo o con la giusta sensazione, o che stiamo parlando dal nostro intelletto. Se le persone non cambiano di solito significa che noi non stiamo ascoltando abbastanza profondamente.
“Mi sentivo come se fossi incolpato di non aver colto. Mi è stato detto, “È solo il tuo pensiero.” Mi è stato detto, “Non quello!” “Non guardare laggiù; guarda qui. ‘Non ho avuto la sensazione che mi stessero capendo. Non mi sentivo ascoltato.”
Questo è simile a incolpare la vittima – incolpare lo studente per non aver capito. Non è mai colpa dello studente! La responsabilità è sempre dell’insegnante. Di solito significa che l’insegnante non sta ascoltando abbastanza profondamente (un tema ricorrente), che è poi ciò che hanno imparato questi studenti. Ancora una volta, non ci sono istruzioni nei Tre Principi; i Principi semplicemente ci dicono che la nostra esperienza è stata creata in un certo modo, in base a dove stiamo guardando. Inoltre, dire a qualcuno, “È solo il tuo pensiero”, o “Questo è il tuo pensiero”, è molto squalificante. Spesso viene coinvolto l’ego.
“Mi ha detto che ero dipendente dall’infelicità.
Credo che quel coach abbia riposto false speranze. Quindi quando l’ho chiamato e mi ha risposto: “Non l’ho mai detto”. ”
In primo luogo, qual è la differenza quando diciamo qualcosa come “Sei drogato di tristezza”, rispetto al chiedere a qualcuno (partendo da un sentimento d’amore) di riflettere sul fatto che stiano pensando in un certo modo, come ad esempio “credi di poter essere dipendente dal senso di infelicità o tristezza ” La prima affermazione ottiene il risultato di far ritrarre le persone, lasciando che si rifugino nella paura, corrano ai ripari o si sentano insultate; pertanto, la possibilità di andare in profondità è bloccata. La seconda domanda invita alla riflessione personale, può aprire le persone a vedere qualcosa di nuovo e può consentire alle persone di trarre le proprie conclusioni su se stesse.
Ancora una volta, si tratta della sensazione e dei risultati.
In secondo luogo, ciò ci porta al problema di quello che le nostre azioni di marketing promettono ai clienti. Se il nostro marketing promette cose che contraddicono o esagerano ciò che dicono i Principi o possono essere facilmente interpretate in modo diverso rispetto a ciò che viene effettivamente dato, non è strano che i partecipanti lo contestino. Piuttosto che ritorcerlo contro di loro, non sarebbe saggio esplorare ulteriormente con loro ascoltando più profondamente ciò che hanno visto o sentito o cosa intendono? Inoltre, quando il marketing sembra sopravvalutare ciò che viene offerto, possono sorgere dubbi di carattere etico.
“Ho dovuto sottoscrivere una seconda ipoteca sulla mia casa per pagare il corso sui tre principi”.
Cosa stiamo facendo quando alcune persone devono usare i risparmi di una vita per pagare ciò che Syd Banks voleva regalare per essere al servizio dell’umanità? Se le persone hanno un pensiero: “Posso fare un sacco di soldi insegnando i Tre Principi”, l’ego può facilmente prendere il sopravvento. Non sto affatto suggerendo che non dovremmo guadagnare da vivere con questo, ma quando diventa l’obiettivo principale, le priorità possono essere scombinate. Alcuni credono che il denaro sia solo un pensiero e lo dicono alle persone che hanno problemi di denaro. Anche se è vero, i Principi non dicono alle persone come dovrebbero pensare. Una mentalità del tipo “essere al servizio” spesso evita tali problemi.
“Le persone che condividono la comprensione dei Tre Principi non parlano di non-dualità!” “Non stanno affermando: ‘Non esiste l’io!”
Quando alcune persone quasi con rabbia o frustrazione sostengono che non stiamo parlando di non-dualità o che non stiamo dicendo “Non esiste l’io”, il loro tono suggerisce che stanno parlando proprio attraverso l’io che affermano non esista; suggerisce invece che il loro io abbia un ordine del giorno. Alcuni di noi non usano questo linguaggio perché è un modo semplice per portare le persone nel loro intelletto. Se le persone vedono profondamente Mente e Coscienza, possono giungere a quelle stesse conclusioni. Se le persone vogliono esplorarlo da sole, bene.
La paura come ostacolo maggiore
Come ha ripetutamente affermato Syd, l’ego e la paura / insicurezza sono ciò che ci ostacola maggiormente. L’ego, anche se è solo un mucchio di pensieri su noi stessi, può essere investito di potere o fama o guadagno ed emergere in modi sottili e insidiosi. Gli insegnanti tre principi non ne sono immuni.
Se ci sono dispute territoriali in una zona, è probabile che l’ego e la paura siano in gioco.
Se qualcuno vuole tenere sotto controllo ciò che succede in una particolare area geografica, l’ego e la paura sono probabilmente in gioco.
Se un insegnante tenta di rifiutare o criticare un altro insegnante, probabilmente l’ego è in gioco.
Se c’è la percezione di essere nel giro o fuori dal giro, è probabile che sia in gioco l ‘ego.
Se qualcuno viene evitato, l’ego e la paura sono in gioco.
Se un leader vuole seguaci, l’ego è probabilmente in gioco.
Syd non ha mai voluto seguaci.
È facile rimanere intrappolati in un punto cieco dell’ego perché l’ego crea il proprio progetto, investe su di esso e fa di tutto per proteggerlo: tutto ciò sembra molto reale, quindi veniamo facilmente sedotti. I punti ciechi sono quelli in cui non vediamo i Principi in azione, ma ci sembra di vedere la “realtà” e non ne siamo consapevoli.
Accade in modo molto sottile. Ad esempio, potremmo inconsapevolmente avere un pensiero innocente come “Quando comprenderò i Principi, dovrò vivere con un alto livello di coscienza”.
Molte persone che capiscono i Principi vivono a livelli abbastanza alti di consapevolezza, ma l’idea di “vivere ad un alto livello di coscienza “potrebbe essere catturato dall’ego e potrebbe indurci a pensare che questo è ciò che dovrebbe essere. Quindi quando scendiamo a un livello inferiore di coscienza, potremmo dirci: “Non dovrei sentirmi così! Questo non è come dovrebbero sentirsi le persone che conoscono i tre Principi.
Soprattutto non posso far sapere agli altri che mi sento così. Dovrei avere pensieri positivi. La-la-la!. ” In altre parole, l’ego vuole rimanere dove pensa che dovrebbe essere e potrebbe farci negare che i pensieri nascosti ci stanno trascinando verso il basso e invece sarebbe utile portarli alla luce per poi vederli per ciò che sono, illusioni. Nella forma umana è praticamente inevitabile non sperimentare l’illusione della separazione dall’energia senza forma a vari livelli. Di tanto in tanto veniamo tutti catturati; la consapevolezza è la cosa più naturale da perdere a volte.
Non c’è nulla di cui aver paura.
Se non lo prendiamo sul serio o non ci spaventiamo, stiamo bene, ma a volte siamo troppo vicini per poterlo vedere. Possiamo aiutarci a vicenda quando lo facciamo? Possiamo assumerci la responsabilità di essere assistenti gentili e amorevoli quando vediamo i nostri colleghi presi in quella morsa? Servirebbe allontanarsi dal confronto e dal giudizio e mettersi al servizio l’uno dell’altro, elevando così l’intera comunità.
Qual’è lo scopo finale?
Per molto tempo sono stato cieco nel vedere che cercavo la mia felicità e il mio benessere a partire dal mondo esterno. Finché le cose andavano bene (ciò che a me sembrava bene) nella mia vita, stavo bene. Ma se non andavano, ero triste. Essendo cieco, il mio ego continuava a cercare di far funzionare bene sempre più cose nel mondo esterno. Ciò ha creato l’erronea l’illusione che non avessi bisogno di trovare la serenità. Quando l’obiettivo dell’apprendimento dei Tre Principi diventa vivere una vita felice o vivere nel benessere o vivere ad un alto livello di coscienza * è molto facile per l’ego assumersi la responsabilità di crearla. Lo scopo della comprensione dei Tre Principi è solo quello di capire come tutto funzioni davvero dentro di noi.
[* Nota: questo non significa che non dovremmo insegnare i livelli di coscienza, che è fondamentale per l’insegnamento di Syd; dobbiamo solo assicurarci che le persone non pensino che alcuni livelli siano migliori di altri e che non stiano cercando di raggiungere livelli più alti.]
Ma è tutto perfetto. Ribadisco ciò che ho detto all’inizio di questa lettera; questa è una comunità di persone che guardano tutte nella direzione dei Tre Principi, che si sta espandendo con molte delle persone più belle che abbia mai incontrato, che fanno un lavoro così meraviglioso per il mondo, migliorandolo. Queste persone costituiscono la stragrande maggioranza di questa comunità. Tutti voi siete speranza per l’umanità, proprio come previsto da Sydney Banks. Sono così felice di averne fatto parte.
Il nostro ruolo
Abbiamo tutti un ruolo nel mantenere la comprensione dei Principi nella maniera più pura, semplice e profonda possibile? Credo di si.
Abbiamo tutti un ruolo nel garantire che l’insegnamento o il coaching attraverso i Principi venga messo in pratica eticamente e con un sentimento d’amore? Credo di si.
Se ognuno di noi si assume la responsabilità, questa comunità e il mondo saranno molto migliori. Continuate questo lavoro meraviglioso e la bellissima condivisione.
Mi rendo conto che alcuni potrebbero contestare o respingere parte di ciò che ho detto qui. Alcuni potrebbero pensare che io sia un moralista che si basa sulle proprie opinioni ristrette. Altri possono trovarsi in sintonia o allinearsi con ciò che ho scritto. Va tutto bene. Realtà separate. La mia unica intenzione qui, in realtà, è di aiutare a riflettere e incoraggiare il dialogo comunitario al fine di elevare il modo in cui i Principi vengono recepiti dal mondo, in modo che si diffondano in lungo e in largo e siano il più possibile utili all’umanità. Prendetelo per quello che vale.
Con tanto affetto e benedizioni per tutti voi. Vi auguro buone vacanze!
Jack
Post scriptum:
Anche se sto andando in pensione, rimango aperto alla possibilità di tenere un piccolo corso in luoghi esotici ancora nella mia lista dei desideri. Quindi non abbiate paura di chiedere.
[Grazie a Angela Scarano, Carla Xella e Graziana Esposito per averci aiutato nella traduzione e revisione]