
La Calma nella Tempesta Emotiva
Questo è un articolo per tutti coloro che almeno una volta nella vita si sono sentiti catapultati dentro un tunnel oscuro fatto di ansia, emozioni spiacevoli e piccoli momenti di depressione.
Se hai passato i 10 anni d’età sono certa che anche tu sarai dei nostri.
Il profondo nero, il baratro, la sensazione che la terra si apra sotto i piedi sono tutti nomi diversi per chiamare un’unica cosa: l’assenza momentanea di salute nel nostro sistema mentale.
A causa di questo fenomeno, i sintomi, quelli in cui incappiamo tutti i giorni e che conosciamo come ansia, depressione o disturbi fisici riconducibili allo stress, emergono come se fossero una conseguenza scontata delle circostanze.
Eppure non è così scontato.
→ Si può soffrire per un lutto fino a morirne oppure soffrire per un po’ e poi riemergere.
→ Si può rimanere a lungo feriti per una relazione d’amore interrotta, chiudere il capitolo e pure il libro, oppure rimanere aperti a una nuova storia.
→ Si può rimanere vittime di atti orribili e soccombere, oppure salvarsi e lottare con dignità.
Ma prima di concludere l’introduzione di questo articolo dedicato ai sintomi della depressione, dell’ ansia e dello stress vorrei fare il tifo per chi in questo momento fa fatica persino a scendere dal letto e mettere qualcosa in bocca.
Spero caro amico o cara amica che queste parole ti arrivino come una spremuta d’arancia bella zuccherata che io le bevande energetiche le detesto proprio.
Cosa sappiamo delle parole Calma e Tempesta Emotiva
La scorsa settimana per puro caso, abbiamo pubblicato un’immagine su Instagram che conteneva una domanda: E’ possibile vivere la calma nella tempesta?

E francamente siamo rimaste stupite dalla quantità di likes e commenti che sono arrivati.
Ringrazio tutti coloro che si sono fermati quei trenta secondi davanti alla foto e hanno elaborato una loro risposta, non è così scontato, per cui grazie.
Comunque, è proprio tutto questo coinvolgimento che mi ha fatto accendere una lampadina e mi ha interrogato. E’ forse questo un tema caldo, quelli di cui le persone sono disposte a leggere, discutere o farsi una propria idea?
Io penso proprio di Sì.
Lasciate che vi racconti l’idea che mi ero fatta sulla tempesta prima di conoscere i Tre Principi: pensavo a qualche terribile disavventura in cui un essere umano avrebbe potuto imbattersi vivendo. Ipotizzavo ad esempio alla perdita della sicurezza finanziaria, a una malattia, la conclusione di una relazione e altre vicende drammatiche di cui tutti conosciamo più o meno i contorni.
E oh mio Dio, mi dicevo, come è possibile rimanere calmi se tutto intorno a me gira e io mi ritrovo spazzata via come uno dei tanti detriti?
E sta storia della calma, a cui ho sempre dato un significato altamente monacale di perfetta neutralità, male si sposava con quello che sperimentavo ogni volta che un uragano mi passava di fianco.
Poi sono arrivati i Principi di cui stiamo parlando da qualche tempo in questo Blog e le cose sono profondamente cambiate. Tranquilli però, non vendo nessun rimedio di felicità, quindi vi informo che i periodi tristi quelli in cui non ne azzecchiamo una, continueranno ad esistere ma ciò che vi posso assicurare è che saranno profondamente diversi. Non meno intensi, ma diversi.
Cos’è DAVVERO una tempesta, alla luce di ciò che sappiamo di Mente, Pensiero e Consapevolezza? [Se ti sei perso le puntate precedenti e sei una persona precisa leggi cosa sono i Tre Principi qui]
#1 – la tempesta è uno stato in cui cadiamo ogni volta che sentiamo particolari sensazioni spiacevoli tra cui tristezza, delusione, rabbia, abbandono, insicurezza.
#2 – Sentire la tempesta attraverso le emozioni presuppone che la nostra esperienza interiore sia assolutamente drammatica.
#3 – Vivere un’esperienza drammatica ha a che vedere solo ed esclusivamente con il significato che stiamo costruendo dentro di noi e non con le circostanze.
#4 – Il significato che diamo agli eventi non è altro che Pensiero.
Quindi, semplificando:
la tempesta è quel fenomeno interiore nel quale esiste un pensiero e poi un altro e poi un altro e poi un altro. Moltiplica per ennemila e ti troverai immerso in un potenziale infinito di pensieri spiacevoli che creano quella risposta emotiva di cui parlavamo al punto 1.
Ma la cosa davvero interessante di tutto questo, non è quanti brutti pensieri fai per abitudine ma quanta relazione dai loro.
Ecco che arrivo alla famosa calma che ho tralasciato per un bel pezzo.
Per me la calma dentro la tempesta è:
Riconoscere che l’esperienza che sto vivendo così intensamente è solo la prova certa che i miei Pensieri sono parecchio ma parecchio incasinati; sia nel caso in cui io stessi vivendo una separazione, un lutto o una stupida disputa con mio figlio adolescente sulla quale tra dieci anni ci ammazzeremo dalle risate con tutta la famiglia a Natale, il senso di sofferenza è sempre qualcosa di arbitrario.
Vivere la tempesta senza vederne l’illusione, equivale a essere risucchiati dal vortice dei pensieri che sfrecciano nel nostro mondo interiore come se fosse il giorno del Deep Impact. Passare da un pensiero terrorizzante all’altro non porta ad alcuna pace.
E senza avere pace, non si ottiene una nuova prospettiva e senza di essa non si ottengono nuove soluzioni.
La calma è un po’ come la fede di sapere che per quanto possa diluviare, il sole non è stato ingoiato dal cattivo tempo ma attende pazientemente di splendere non appena le nuvole si dissolveranno.
Ora, magari pensavi qualcosa di diverso, e sarei davvero felice se avessi voglia di commentare qua sotto.
Nel frattempo se sei indeciso e commentare ti sembra una cosa parecchio ardua, seguici sul nostro profilo Instagram, che ogni tanto lanciamo qualche bella idea da esplorare insieme.

2 Comments
Daniela
Grazie per avermi ricordato di non prendermi troppo sul serio quando c’è aria di tempesta. È l’errore da evitare, ma il più semplice in cui inciampare.
Simona Ronchiadin
Grazie a te Daniela per aver condiviso la tua realizzazione