
La tua Vita Vera non dipende da ciò che fai, ma da ciò che sei.
Vi siete mai soffermati a pensare a cosa sia veramente importante per avere successo nella vostra vita?
Personalmente ho iniziato a farlo da qualche anno e di recente tutto intorno a me ha cospirato affinché non potessi più rimandare una riflessione profonda su questa cosa… e così eccomi qua, a scrivere per chiarirmi le idee. Si perché sin dall’inizio di questo progetto del blog Rendilo Possibile, l’obiettivo principale per me è stato quello di avere un “pretesto” e un “impegno” per ritagliarmi del tempo durante il quale riflettere su tematiche importanti per la mia vita. Dato che ho notato che lo scrivere è il modo migliore per me di chiarirmi le idee e focalizzare i miei pensieri, la soluzione più semplice era quella di prendermi l’impegno di scrivere con una certa regolarità le mie riflessioni su tematiche importanti per lo sviluppo personale mio e di coloro che avranno il desiderio di leggermi.
Dicevo, gli eventi mi hanno messo davanti allo specchio e hanno preteso che rispondessi alla domanda attorno alla quale da tempo tergiversavo: Cosa fa veramente la differenza nella tua vita? Cos’è che influisce maggiormente sul fatto che tu abbia successo o meno in ciò che fai?
Beh, innanzi tutto, vorrei chiarire che l’idea di successo è, come ogni altra idea, un pensiero tra i milioni di pensieri che potremmo avere e a cui decidiamo di credere, quindi un’illusione; ecco perché dico che successo in questo caso è usato in modo improprio, sarebbe infatti più opportuno chiedersi: cosa influisce maggiormente sulla direzione della tua vita? Ciò che in questo momento credo svolga un ruolo principale nella direzione della mia vita è ciò che sono veramente. A dirsi sembra facile, ma ci sono una serie di passaggi nascosti che mettono il mare tra il dire e il fare:
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- √ Come sapere ciò che sono veramente?
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- √ Qual è la mia vera natura?
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- √ Come coniugare ciò che sono con ciò che la società mi richiede?
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- √ Una volta scoperta la mia vera natura, è necessario fare altro?
Già solo per rispondere a queste quattro domande a me sono serviti anni, e, a dire il vero, sull’ultima domanda ho ancora qualche difficoltà nel vedere i Principi in azione. Però confido che iniziando a rispondermi alle altre, nero su bianco, mi possa arrivare qualche bella intuizione anche sulla quarta domanda. Ma se nel frattempo tu hai già qualche idea, lascia un commento qui sotto, sono felice di conoscere prospettive diverse!
Come sapere ciò che sono veramente?
In base alla prospettiva da cui cerchiamo di rispondere a questo quesito, la soluzione sembra estremamente facile o estremamente difficile. Se uso la mia mente razionale e inizio ad elencare tutte le caratteristiche che credo vere in me o che gli altri mi attribuiscono, entro in un intricato groviglio di se, ma, forse, anche, da cui è veramente difficile uscire. Se invece mi fermo ad osservare ciò che amo fare e ho amato fare anche da bambina, quando non dovevo rispondere delle mie azioni, ma semplicemente facevo ciò che mi andava perché mi piaceva, la risposta emerge in superficie con molta semplicità e nitidezza. Io sin da ragazzina adoravo inventare e realizzare progetti. A 17 anni, al ritorno da un anno studio in Russia, ho svolto l’attività di tutor volontaria per i ragazzi stranieri che venivano in Italia a fare lo stesso tipo di scambio culturale che avevo fatto io l’anno precedente. Ricordo perfettamente il pomeriggio che, seduta alla mia scrivania, illuminata solo dalla luce azzurrognola della lampada da tavolo, ho progettato 6 possibili diverse attività da far fare ai ragazzi stranieri durante un ritiro di 4 giorni che stavamo organizzando. Nessuna delle attività venne poi realizzata, se non il ritiro in se, che anche quello era nato da una mia idea; ma la cosa affascinante è che ho GODUTO quel pomeriggio come un bambino nel paese dei balocchi, come un goloso in una pasticceria, come due amanti che si incontrano dopo un periodo di astinenza. Ecco, il piacere che ancor oggi ricordo di aver provato in quel pomeriggio è ciò che mi dimostra cosa effettivamente amavo fare e che riconosco amo ancora oggi. L’unica differenza tra ieri e oggi è che ogni volta che negli ultimi tempi da adulta, cioè con una famiglia, un mutuo, un’assicurazione e le tasse da pagare, mi sono messa a progettare qualcosa, ho sviluppato la tendenza a pensare al risultato, al lato utilitaristico di quanto facevo, a come avrei potuto divulgare il progetto, a quanto mi avrebbe fatto guadagnare e ad un sacco di altre cose estranee al progetto stesso. Ti suona familiare? Raccontamelo nei commenti. Lasciamo intanto un attimo da parte questa faccenda, ci torniamo tra un po’, e passiamo a rispondere alla seconda domanda.
Qual è la mia vera natura?
Come facciamo a scoprire quindi qual è la nostra vera natura? Dobbiamo andare alla radice, al nucleo di noi stessi, a ciò che siamo prima di ogni pensiero che nasce dal nostro cervello. Dobbiamo cercare cioè di connetterci alla nostra saggezza innata, a ciò che siamo a prescindere da ciò che abbiamo imparato a credere essere giusto, sbagliato, bello o brutto, buono o cattivo, utile o inutile.
Tutto qui.
I guai iniziano quando ci facciamo la terza domanda:
Come coniugare ciò che siamo con ciò che la società ci richiede?
Purtroppo nessuno di noi ha il libretto delle istruzioni per rispondere, ma ci sono i Principi che ci possono dare una mano, almeno a fare chiarezza:
- ognuno di noi pensa
- ognuno di noi sente/prova sempre e solo ciò che sta pensando;
- ognuno di noi è parte di Mente, quell’intelligenza universale che è alla base di tutto il creato.
- Ognuno di noi proviene da un “mondo” privo di forma, che è il puro potenziale infinito. Quando fissiamo nella forma questo puro potenziale lo facciamo in modo totalmente arbitrario limitandolo infinitamente.
Perché gli orientali dicevano: sii come l’acqua? Perché l’acqua ha la caratteristica di potersi trasformare in continuazione in qualsiasi cosa senza perdere la propria essenza, sempre acqua resta, ma assume forme diverse in base al contenitore all’interno del quale viene inserita.
Ecco, credo che pensando all’acqua, possiamo avere un’idea di come coniugare ciò che realmente siamo a ciò che la società ci richiede.
E ora è il momento di trovare una risposta alla quarta domanda, che per me personalmente è la più difficile.
Una volta scoperta la mia vera natura, è necessario fare altro?
La domanda che in realtà mi sale alla mente è: cosa devo fare ora che ho scoperto la mia vera natura? Ma ho realizzato recentemente che già porsi la domanda: cosa devo fare trae in inganno. Perché non c’è nulla che io DEBBA FARE. Non c’è assolutamente nulla che sia indispensabile per me fare per vivere ciò che sono, perché lo sono già.
Se io vivo ciò che sono, faccio ciò che è nella mia natura, mentre se io vivo seguendo l’idea di dover essere e fare certe cose per essere in un determinato modo, sto andando fuori pista, sto seguendo la strada di qualcun altro. E solo ora, in questo preciso istante, mentre pigio sui tasti del mio Mac, comprendo a fondo le parole di Steve Jobs che ho letto distrattamente questa mattina in qualche post su facebook:
Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro.
Jobs aveva proseguito poi dicendo o scrivendo: Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore.
La voce interiore non è altro che la nostra saggezza, ciò che noi siamo prima di ogni pensiero, la nostra vera natura. Il rumore delle opinioni altrui è l’insieme di pensieri a cui sin da piccoli abbiamo iniziato a dare importanza, l’insieme delle cose imparate, sentite, vissute, create dal nostro stesso pensiero razionale, l’insieme delle leggi e delle idee inventate da qualcuno e magari appoggiate dal 99,99% degli Esseri Umani, tutto ciò è rumore, tutto ciò è illusione e non ha nulla a che fare con la vera natura della realtà. Sydney Banks descriveva questo concetto in modo diverso, ma puntava nella stessa direzione di Steve Jobs:
Il Pensiero non è la realtà; eppure è attraverso il pensiero che le nostre realtà sono create. È ciò che noi come umani mettiamo nei nostri Pensieri, che determina ciò che pensiamo della vita.
La saggezza non si trova nel mondo della forma, né negli angoli remoti del globo. La saggezza si trova all’interno della nostra propria coscienza.*
Mi auguro che questa riflessione sia stata utile anche per te, così come lo è stata per me. Da questa riflessione a me resta una realizzazione molto importante e che credo sarà il mio faro nella notte nella scelta dei miei passi futuri:
Per essere veramente me stessa non devo fare nulla, ho solo bisogno di ascoltare la mia essenza senza forma e lasciare che sia lei a guidare i miei passi di momento in momento. Assumerò la forma che il percorso mi richiederà di assumere a patto che questo non cambi la natura della mia essenza. Nell’essere me stessa non c’è dubbio, non c’è urgenza, non c’è necessità, non c’è obbligo, non c’è forzatura, non c’è malessere, c’è solo la forza che si genera automaticamente dall’espressione del puro potenziale.
E come la metti con il tuo mutuo? Mi chiederà qualcuno di voi. Sono puro potenziale e fino a che sarò capace di ascoltare la mia saggezza interiore, la soluzione emergerà al momento opportuno. Quando l’acqua sgorga dalla sorgente, non conosce ancora il percorso che dovrà fare, ma di momento in momento, grazie alla sua natura, assumerà la forma necessaria per continuare ad essere acqua. Se hai trovato interessante l’articolo, condividilo con i tuoi amici, potrebbe interessare anche a loro!
*Ringrazio Marzio Gasparini per la traduzione di Sydney Banks - The Missing Link
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