
Preferisci la Libertà di Giudizio o la Libertà senza Pregiudizio?
Quanto condizionano la vita i giudizi e soprattutto i pregiudizi? Vi siete mai chiesti quanto limita la nostra libertà il pregiudizio?
Ho iniziato a ragionare su questo tema una decina di giorni fa e al contrario di quello che si può pensare, il mio ragionamento non è partito dalla vicenda della nave Aquarius respinta da Salvini e per questo criticato da Macron, bensì da una mia vicenda personale al bar di fronte all’ufficio della mia commercialista.
Affari miei
Bene, come ogni mese sono andata dalla commercialista per consegnare le fatture e tutti i documenti contabili; dato che solitamente arrivo con una decina di minuti di anticipo, mi ritaglio una piccola pausa caffè prima di entrare nel suo ufficio. Dall’altro lato della strada c’è un bar che nel corso dell’ultimo anno e mezzo ha cambiato tre gestioni.
Inizialmente erano mamma e figlio, con la madre alla cassa e il figlio a servire al bancone, poi un bel giorno c’erano due ragazze di origine rumena e la ragazza al bancone era capace di fare un cappuccino o anche solo un caffè macchiato veramente da favola, sembrava avesse un latte magico! La scorsa volta invece, già mentre parcheggiavo proprio davanti all’entrata del bar ho visto una ragazza dagli occhi a mandorla alla cassa e mi è partito un pensiero immediato: nooo, anche questo bar venduto ai cinesi come gli ultimi 3 bar del mio paese.
I cinesi
Si, perché dovete sapere che ogni volta che mi affezionavo ad un bar, in cui magari mi piaceva andare a fare colazione qualche volta, poco tempo dopo veniva venduto ad un gruppo di cinesi, la qualità dei prodotti diventava scadente, il servizio triste e trascurato e io dovevo cambiare posto, ho smesso di frequentare i bar.
Ecco, appena visti gli occhi a mandorla, il mio pensiero ha trasformato quella visione in una seccatura… l’altro bar più vicino è a diverse centinaia di metri di distanza e non sempre ho il tempo per farmi la passeggiata. Stavo per vietarmi il caffè e rassegnata avevo già meditato di attendere in macchina l’orario dell’appuntamento, ma … la pipì è stata più forte di me e mi ha imposto di uscire dall’auto e andare velocemente dentro al bar.
Forza maggiore
Ho ordinato il mio solito caffè ad una barista gentile, ma non altrettanto brava a fare il caffè macchiato come la ragazza rumena che c’era prima e mentre lo sorseggiavo, da notare che sono tra le persone più lente che io conosca a bere il caffè, soprattutto se caffè, latte e tazzina sono bollenti, ho sentito la voce della ragazza con gli occhi a mandorla: una ragazza molto sveglia, gentile e intelligente e tra l’altro una bolognese pura nell’accento, nella cadenza, nella scelta delle parole e nel sorriso.
L’illusione scoperta
In quel preciso istante mi è crollata la muraglia cinese addosso! Che razza di pensiero agitato si era infiltrato nella mia testa, solo per aver visto una fisionomia diversa, stavo per
a) pisciarmi addosso
b) imprigionarmi in macchina con 30 gradi
c) rinunciare al piacere di un caffè.
A quel punto, scoperto il pensiero di pregiudizio che avevo nella testa, non solo lui ha perso istantaneamente la sua forza, ma si è tolto un lenzuolo grande quanto l’Africa intera che nascondeva una lista immensa di pensieri giudicanti sulla base dei quali mi costringevo a stupide rinunce, assurde marce indietro, inutili gimcane, procrastinamenti e ripensamenti e un sacco di altre seccature.
Tutte quelle scocciature mi sembravano non solo ineluttabili, ma anche inflitte a me dal mondo esterno e di fronte alle quali io ero impotente.
Niente di più illusorio, era tutto frutto della mia immaginazione.
I PreGiudizi
Questa realizzazione del pregiudizio, vorrei precisarlo, non è solo una questione relativa al pregiudizio raziale, ma è estesa a tutti i tipi di pensiero giudicante a cui prestiamo attenzione. Un pregiudizio che ci limita può essere anche quello relativo ad un’attività da fare, che crediamo lunga e noiosa e quindi procrastiniamo e rimandiamo sentendoci addosso tutta la pesantezza di quell’incombenza da sbrigare, fino a che non la facciamo, rendendoci conto che bastavano pochi minuti di attenzione e avremmo risolto.
Oppure il pregiudizio che creiamo nei confronti di una persona che ci sta telefonando, magari un cliente al quale stiamo ritardando una consegna, vediamo il suo numero e subito ci assale l’ansia, immaginiamo di sapere già cosa ci vuole dire e non rispondiamo, creandoci altri pensieri conditi con sensi di colpa e scenari apocalittici di ciò che accadrà non rispondendo o di ciò che farà una volta che avrà scoperto che siamo in ritardo; per finire con lo scoprire che voleva solo dirci che ci passerà un nuovo ordine.
La trappola
Tantissimi sono i pregiudizi che creiamo nella nostra mente e a cui poi diamo importanza come se fossero realtà concreta. Gli diamo quindi il potere di condizionare e gestire la nostra vita sentendoci pure delle vittime.
Il risvolto comico in tutto ciò è che siamo stati noi a creare l’intera situazione.
La notizia buona è che non appena vediamo che i creatori siamo noi stessi, ogni cosa perde forza e nulla ha più presa su di noi come prima, i pensieri in modo naturale e senza sforzo perdono la loro forza e il loro potere.
Questo è ciò che io chiamo libertà!
Che cos’è per te la libertà di giudizio? Scrivilo nei commenti!
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