
La trappola della forza di volontà
Sei anche tu il tipo di persona che vuole tutto, subito? Ti infastidisce l’aspettare, vuoi risultati immediati e quindi ti armi di Forza di Volontà e parti ogni giorno per una battaglia?
Non è stancante? Cioè, voglio dire, lottare sempre attingendo alla propria forza di volontà richiede uno sforzo notevole, si ha sempre la sensazione di dover essere il mulo che tira il carretto o il contadino dell’antichità che spinge l’aratro.
Come sono caduta in trappola
Io ricordo che quando la mia unica risorsa per raggiungere gli obiettivi era la mia Forza di Volontà, arrivavo a sera senza energie e la notte non mi bastava per recuperarle, così finivo per esaurire le batterie ancor prima di aver terminato la settimana lavorativa. Ero praticamente diventata un autonoma e avevo la sensazione di viaggiare con il freno a mano tirato, l’unica cosa che mi faceva andare avanti era l’abitudine ad esercitare la Forza di Volontà. Purtroppo col senno di poi, mi sono accorta che in quel periodo, da bravo automa, non mettevo neppure più in discussione le mie scelte, i miei desideri; semplicemente le energie che avevo le usavo per spingere quell’aratro che mi ritrovavo davanti, anche se ormai non avevo più semi da piantare.
C’è un’alternativa alla Forza di Volontà
In questo articolo vorrei raccontarti come il modo in cui ti rendi disponibile alla vita sia molto più efficace della quantità di sforzo e di lavoro che fai, per raggiungere i tuoi obiettivi.
Sì, perché per ottenere risultati, è vero che sia necessario fare delle cose, impegnarsi, agire in prima persona; ma, con l’esperienza, ho compreso che, non essendo gli unici esseri viventi sulla terra, il pensare che tutto dipenda solo ed esclusivamente da se stessi è un po’ megalomane.
Ciò che dipende da noi è il modo in cui ci sentiamo dentro, ma sul mondo esterno, spiacente, ma non abbiamo tutto il controllo che vorremmo avere.
Ecco perché credo, che il voler raggiungere risultati in fretta, o comunque specifici, facendo leva sulla propria forza di volontà per ottenerli, sia una delle più grosse trappole nelle quali possiamo cadere.
Quando le circostanze sono più forti della tua Forza di Volontà
Quando lavoravo come agente per i mercati esteri, (lo faccio ancora, ma in tutt’altro modo), ero solita pormi degli obiettivi ad inizio anno o a settembre dopo le ferie, elaborando strategie e pianificando attività che mi permettessero di raggiungere i risultati che avevo deciso. Volevo aumentare le vendite di un marchio in una determinata area geografica, quindi mi armavo di forza di volontà e organizzavo tutto il mio lavoro e magari quello di altri a tale scopo. Peccato che per ben tre volte nel corso degli anni, sono accadute cose totalmente al di fuori dal mio controllo, che hanno fatto naufragare tutte le buone premesse che avevo organizzato. Il crollo della valuta, una crisi economica mai vista prima, l’improvvisa scomparsa del mio interlocutore.
La mi frustrazione era altissima, oltre a ciò che mi dicevo da sola, ascoltavo continuamente chi mi diceva che il lavoro delle persone si valuta in base ai risultati, chi asseriva di non sopportare gli excuse manager (coloro che portano giustificazioni anziché risultati), chi aveva un’attività da portare avanti e non poteva aspettare i miei comodi.
Eppure in altri settori che mi incuriosivano, ai quali non dedicavo molto tempo, ma lo facevo con passione, ottenevo grandi risultati; li si spalancavano porte anche dove non avevo minimamente pensato di entrare. In queste aree le cose fluivano, io non impiegavo sforzo, ma traevo energia e vigore, pur svolgendo tutte le attività necessarie.
Ecco perché ad un certo punto mi sono fermata e mi sono posta una domanda:
Vuoi continuare a lottare contro tutto e tutti o vuoi dare il meglio di te a prescindere?
La risposta a questa domanda è stata lo spartiacque.
Mi sono risposta che volevo dare il meglio di me a prescindere. Mi sono anche detta che però il mutuo era da pagare dato che non mi andava di rinunciare alla mia casa con giardino e quindi avrei dovuto comunque lavorare.
Fatta chiarezza su questo, una nuova domanda si è materializzata dentro di me:
In quali circostanze dai il meglio di te?
Questa, lo ammetto, è stata una domanda tosta. Per trovare tutte le risposte dentro di me ci ho impiegato un paio di anni, ma intanto una forza nuova mi portava avanti, la frustrazione aveva lasciato il posto alla calma, alla consapevolezza, che contro la valuta, gli incidenti stradali e le crisi internazionali non ci potevo fare nulla. L’accettare queste come forza maggiore mi ha permesso di liberare la mente da inutili pensieri e preoccupazioni e mi ha permesso di vedere le opportunità presenti nonostante queste calamità.
Cosa faccio quando non uso la Forza di Volontà?
In modo intuitivo, spontaneo, naturale, ho iniziato a seguire una nuova modalità di azione:
→ Ho smesso di stabilire delle date di scadenza tassative, mi limito ad ipotizzare delle date desiderate.
→ Ascolto nel profondo di me stessa qual è la direzione da prendere. L’obiettivo non è più così specifico, quello che ho ben presente è la mia sensazione durante il viaggio.
→ Evito accuratamente di disegnare una strategia predefinita.
→ Sono in ascolto.
→ Mi rendo disponibile alla vita, accogliendo, scartando, o affrontando, ciò che mi si presenta lungo il cammino, con mente serena, ma consapevole.
Non c’è più programmazione, non c’è più pressione, non c’è più sforzo, non è più una questione di volontà.
Ho cambiato una cosa sola, il modo in cui mi rendo disponibile alla vita, ai suoi avvenimenti e ai suoi capricci. Scelgo in base alla mia saggezza interiore e non in base ai cliquè inventati da qualcun altro. Seguo il flusso, invece di pretendere di dirigerlo.
Sembra paradossale, perché leggendo queste righe si potrebbe pensare che non ho più il controllo della mia vita, che sono in balia degli eventi, che non ho degli obiettivi e che non concludo nulla ed invece… Sta accadendo l’esatto contrario, sto ottenendo molti più risultati, con meno sforzo. Non è una questione di quantità di lavoro, forse ora lavoro più ore di prima se ci penso, ma non è un problema, non è faticoso e riesco a dedicarmi a tutto ciò che mi sta a cuore con una certa costanza. (Si ok, ammetto che non riesco ad andare in palestra a fare sport… ma non sono proprio certa che sia una questione di tempo, anche se la racconto così ;).
Esserci
Questo restare nel flusso da alcuni è stato chiamato Stillpower (Garret Kramer), che tradotto potrebbe assomigliare a qualcosa come Il potere della calma; da altri è stato definito come il fluire, da altri come l’affidarsi alla benevolenza dell’intelligenza universale… insomma, ci sono svariati modi di esprimere lo stesso concetto.
Per me il modo più semplice è: ESSERCI.
Essere presenti a se stessi e alla vita senza il brusio dei pensieri abitudinari, vecchi, acquisiti, imparati. Esserci ed essere presente alla propria saggezza innata, unico e solo strumento infallibile per dare il meglio di se in ogni circostanza.
Il terreno fertile da cui può prosperare e sbocciare la saggezza e di conseguenza la nostra parte migliore è la quiete; quella quiete spontanea che arriva grazie alla consapevolezza profonda della nostra vera natura di Esseri Umani, scintille di quell’energia universale chiamata vita.
Nota dovuta:
Il mio conto in banca non è migliorato ne peggiorato rispetto a prima, ma la mia vita è di gran lunga più ricca, interessante, semplice, leggera e piacevole. Vi pare poco?
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