
La Velocità della Calma
Ti è mai capitato di avere fretta, essere in ritardo per un appuntamento e non trovare le chiavi della macchina o il cellulare o magari non trovare parcheggio quando sei arrivato vicino all’appuntamento? La testa inizia a riempirsi di pensieri e l’immaginazione corre veloce disegnando gli scenari più apocalittici. Più passa il tempo alla ricerca delle chiavi o dei documenti più i nostri movimenti diventano frenetici e insensati, il tempo scorre, ma nulla da fare, chiavi e documenti sembrano svaniti.
Anche al lavoro, quando ci sentiamo sotto pressione, con una lista lunghissima di cose da fare o vicini alla scadenza per la consegna di un progetto importante iniziamo ad avere sensazioni di nervosismo, paura, agitazione, confusione.
Cosa ci succede in quei momenti di agitazione?
Prima di rispondere a questa domanda e analizzare nel dettaglio cosa ci accade quando siamo sotto pressione, ti racconto una breve storia chiarificatrice.
Questo fine settimana sono andata in riviera, è inizio stagione e locali e ristoranti non lavorano ancora a pieno regime, o perché hanno sbagliato a valutare l’afflusso di clienti o perché non hanno ancora trovato il personale per la stagione, a maggio non è raro che il locali abbiano carenza di personale e che quindi all’ora di punta ci sia “da correre”.
Guardare i camerieri in questi momenti è stato molto ispirante, ho individuato tre categorie di camerieri:
- Il cameriere per sbaglio: a prescindere dal suo atteggiamento, quello non è il suo mestiere e quindi di lui non ci occupiamo.
- Il cameriere frenetico: questo tipo di cameriere sembra essere il più attivo, si muove ai 100km orari, salta da un tavolo all’altro, va e viene dalla cucina, porta avanti e indietro i piatti, spesso torna indietro per accertarsi di aver capito bene o per controllare se è arrivato tutto al tavolo, mentre riceve le ordinazioni di un tavolo, guarda al tavolo affianco e si ricorda di cosa deve portare a quelli che sono appena arrivati. Apparentemente sembra molto efficace, ma ad uno sguardo più attento si nota che dimentica spesso le ordinazioni, non si accorge che ad un tavolo sono seduti in attesa di ricevere il menù già da mezz’ora (ecco il mio caso), fa chilometri inutili avanti e indietro con gesti poco attenti e non degna di uno sguardo i clienti, essendo sempre impegnato a pensare a cosa dovrà fare dopo.
- Il cameriere efficace: è quello che si muove con una certa calma, non un bradipo, ma neppure una scheggia, ha sempre un sorriso o una battuta cortese per ogni cliente, ottimizza i movimenti e gli spostamenti raccogliendo e accogliendo le richieste anche di più tavoli contemporaneamente, senza dimenticarle. Non corre, non si muove rapidamente e non fa tre cose in una volta sola, ma accontenta tutti, nei tempi corretti, con grazia e cortesia.
La resa del cameriere efficace è maggiore rispetto a quella del cameriere frenetico sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Essere serviti da un cameriere efficace piuttosto che uno frenetico è decisamente più piacevole, rilassante e rassicurante.
E ora torniamo alla domanda iniziale:
Cosa ci succede nei momenti di frenesia, quando ci sentiamo sotto pressione?
Ciò che accade è un intasamento dei nostri pensieri, abbiamo una quantità di pensiero molto superiore alla norma, la nostra mente è eccessivamente piena di pensieri vari e ogni pensiero genera in noi una sensazione e ciò che sentiamo alla fine è una frenesia data dal susseguirsi di tutte queste sensazioni. Solitamente affrontiamo questa frenesia come se ci stesse dicendo qualcosa su ciò che sta accadendo intorno a noi; nel caso del cameriere è qualcosa tipo la situazione è di emergenza, devi sbrigarti, non c’è tempo, sei in ritardo, muoviti. Ed ecco che il muoviti si trasforma in tanto movimento spesso inefficace e inutile, ma noi stiamo andando veloce e facendo tante cose, ci stiamo muovendo molto, stiamo cioè eseguendo ciò che il nostro pensiero ci ha suggerito.

Cosa avviene di diverso nella mente del cameriere efficace?
Quello che si muove con calma e precisione chirurgica, che non dimentica la cortesia, il sorriso e si concede anche una battuta con i clienti, senza sbagliare un’ordinazione e accorgendosi di chi sta desiderando un caffè o un’altra bottiglia di vino?
Ciò che avviene è che il cameriere efficace non da ascolto ai quei pensieri di emergenza, ma sa che un passo dopo l’altro, un tavolo alla volta, rimanendo concentrato su ciò che sta facendo in quel momento, porterà a termine il suo lavoro nel miglior modo possibile. Non creerà cioè pensiero inutile, non seguirà la sua immaginazione che disegna scenari distruttivi, non farà pensieri di fretta e quindi non avrà la sensazione di essere in ritardo, ma semplicemente sarà in grado di rendersi conto che è necessario rimanere sul pezzo, essere concentrato e attivo.
Applica questo paradigma ad ogni attività o task come direbbe il nostro web-designer Roberto e ti sarà spiegato il segreto di chi anche nelle situazioni più pressanti riesce a svolgere il suo compito con serenità.
Non ci sono regole di cosa fare, c’è solo una consapevolezza da coltivare:
Le sensazioni di fretta, di urgenza sono il segnale che c’è un sovraffollamento del nostro pensiero.
Le nostre sensazioni non ci dicono nulla riguardo alle circostanze esterne, ma sono solo una spia di allarme che ci indica che qualcosa non va nel nostro pensiero.
Con la calma e quindi con pochi pensieri per la testa, siamo più focalizzati, lucidi, centrati e siamo in grado di eseguire i nostri compiti al meglio. Ci sarà più facile ricordarci di dove abbiamo messo le chiavi o i documenti che ci servono e saremo più abili nel realizzare i compiti che ci vengono affidati.
Buon lavoro!
