
Quasi Quasi mi Metto a Fare il Nomade Digitale
Ci sto riflettendo da molti giorni a come scrivere quest’articolo sul nomadismo digitale.
Qual’ è il taglio migliore da dare, in che modo affrontare l’argomento senza offendere la sensibilità e i sogni di nessuno.
Mi ero fatta un piano straordinario, avevo pensato anche un titolo che mi sembrava acchiappasse parecchio.
Ma poi questa mattina mi sono svegliata e tutto quello che mi sembrava veramente pazzesco è svanito perché l’argomento è contorto e la verità sul business on line non esiste. A fronte di chi è veramente in gamba, vedi Aranzulla, Chiara Ferragni e altre belle teste, ce ne sono altre che boh, a me sembra che parlino di niente che moltiplicato per 20.000 followers sempre niente rimane.
Se anche tu a volte ti sei sentito attratto dalle foto o dai messaggi sui social in cui persone fighe, ti dicono come fare successo con un business on line, questo post è per te.
Alla fine della lettura non ti dirò se dovresti o non dovresti buttarti a fare il nomade digitale, ma potresti avere leggermente più chiaro qualcosa sulla felicità.
Il punto di partenza della mia riflessione è: ma come mai sulla mia bacheca di Facebook o di Instagram c’è sempre qualcuno che posta articoli o foto per mostrare quanto è fico il suo lavoro da freelance?
Cose tipo:
– “Oggi lavoro qua” e il computer quello della mela, stagliato su un tavolino di una spiaggia sub tropicale.
– “Vuoi creare un Business da favola lavorando solo 20 minuti al giorno?”
– “Diventa il capo di te stesso! Raggiungi la libertà finanziaria!”
Ma sono certa che anche la vostra bacheca sia piena di messaggi analoghi. E ce ne sono tanti. Foto che ti inducono a credere “che sì che fico la vita da freelance che puoi prendere ferie quando vuoi, andare in giro per il mondo e allo stesso tempo lavorare con un lap top e una connessione internet.”
E davanti ad un’immagine come questa, messa in confronto ad una vita di anni di pendolarismo in cui devi timbrare il cartellino alle 8 e alle 17 beh lo credo che possa far venire l’acquolina in bocca. La fa venire anche all’imprenditore anche se non ha necessità di timbrare perché è il boss ma sente di avere una responsabilità schiacciante nei confronti dei suoi dipendenti.
E davvero vorrei evitare le generalizzazioni perché non voglio smorzare lo slancio di che crede o si sta lanciando in un Business on line. Io penso che il mercato sia libero, fertile e aperto e che ci siano le condizioni e lo spazio per fare delle buone cose. Buone cose appunto.
Cosa un Freelance non vi dirà mai
Alcuni tipi di freelance, quelli per intenderci che vanno in giro per il mondo e postano foto fighe mentre lavorano con un mojito in mano, non vi diranno mai che le foto e i messaggi sono pensati per creare volontariamente un’illusione.
Quella stessa illusione che ci fa credere che loro sono felici perché stanno lavorando in un luogo da sogno, mentre noi no perché siamo incastrati nelle nostre grigie giornate di mezza stagione cercando di passare a fare la spesa mentre i bambini sono in palestra, dopo aver sopportato una giornata infinita a lavoro.
E allora messaggi come: “Ti spiego come ho lasciato un lavoro a tempo indeterminato per fare il nomade digitale” può avere una presa pazzesca. E creare un’illusione altrettanto gigantesca.
Le trappole in cui possiamo cadere noi, comuni mortali sono:
– Aver la sensazione di aver messo in un cassetto i propri sogni
– Aver la sensazione che il lavoro classico sia la causa di tutta la pena che proviamo e che saremmo più felici se facessimo una vita più particolare.
– Avere voglia di mettersi in proprio pensando che in questo modo si possa sfuggire alla pressione.
Peccato che un freelance, non dirà mai che anche se è in un posto figo sta lavorando da paura perché ha dei progetti da presentare o delle consulenze da fare. Lavora sicuramente più di 8 ore al giorno e anche quando smette, continua a lavorare. Le ferie non sono proprio ferie perché quando non produce nessuno lo paga e allora quella telefonata o quella mail potrebbe comunque scappare.
Il sabato e la domenica quando il lavoro c’è, lo si fa, quando non c’è ci si affanna per farlo entrare. In ogni modo può capitare che un freelance sia in sbattimento esattamente quanto lo siano tutti gli esseri umani in una giornata piena.
E non sto dicendo che i Freelance sono brutte persone, un po’ perché lo sono anche io e un po’ perché ho conosciuto persone veramente in gamba, che lavorano virtualmente e che fanno del mondo on line la loro professione. Senza foto allusive e senza mettere l’accento su quanto sia promettente ed entusiasmante. Lavorano e si promuovono senza creare l’illusione.
Tutti abbiamo la percezione della fatica, ognuno ha la propria e tutte sono il risultato della qualità del pensiero del momento.
Quindi se proprio sarà importante per te passare da un lavoro da dipendente a uno da freelance o il contrario, lo farai se avrai voglia di cambiare.
E allora tranquillizzati, non cadere nella trappola che fuori dal tuo lavoro normale saresti molto più felice di adesso e se vuoi veramente cambiare lavoro, come la nostra amica di Green go Kitchen, fai una cosa furba e stila un piano finanziario come prima cosa. Studia come mettere in pratica la tua idea senza troppa frenesia e sappi che i momenti duri ci saranno, come esattamente in ogni lavoro.
Non ti muovere finché non hai rodato tutto il possibile e sopratutto finché non senti di poterti buttare senza troppa paura.
Io se dovessi partire con una nuova idea commerciale e ne avessi i requisiti, forse sfrutterei le iniziative messe in bando dal fondo sociale europeo; in Toscana va alla grande l’incubatore d’idee in cui team di esperti mettono a disposizione competenze ed esperienza per sviluppare progetti dalla natura innovativa.
Perché quello che vorrei dire e spero di esserci riuscita è:
Ognuno di noi ha il suo talento. A volte qualcuno sacrifica quello per cui si sente davvero portato per ottenere in cambio la sicurezza e la comodità e nonostante questo, si può essere comunque felici, fare del proprio meglio e utilizzare il pezzo forte in qualsiasi altro contesto.
E poi ci sono quelli che fanno esattamente quello per cui si sentono portati. Sono sicuramente persone fortunate. Ma pensate davvero che chi sta in questo gruppo, non abbia le sue paturnie, le sue stanchezza e non metta mai il punto interrogativo in ogni azione che fa?
E allora io avrei un desiderio per me e per chi si sente un po’ fuori posto: facciamo pure i Bloggers, gli istagramers, gli youtuber e quel che volete ma poi andiamo nel mondo vero, fatto di persone, di azioni e costruiamo là perché essere innovativi ha senso se poi ci ricordiamo che alla fine, siamo proprio tutti uguali.
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