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Leggi che ti passa

Siate Ribelli, Praticate Gentilezza di S. Tommasi

Questa è la recensione di un libro da leggere assolutamente.
Siate Gentili, Praticate Gentilezza è stato scritto da Saverio Tommasi e pubblicato da Sperling & Kupfer il 5 Settembre del 2017.
Se cercate in rete, il libro o l’autore troverete pagine e pagine di idee contrastanti su Saverio.

Io mi sento di parte: ho conosciuto Saverio un paio di anni fa, l’ho letto su Facebook, mi sono guardata i suoi video e mi è piaciuto molto.

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di Saverio Tommasi

Editore: Sperling & Kupfer · Formato: Cartaceo ed Ebook · Prezzo: 16,90 – 9,90
Pagine:
216 · Data d’uscita: 5 Settembre 2017


TRAMA: «Un pilota perde un secondo a giro a ogni figlio che gli nasce» diceva Enzo Ferrari. È una frase bellissima. Significa capire che c’è qualcosa di più importante fuori da sé, e che quando ti nasce un figlio il successo non si misura più con i traguardi con cui l’hai misurato fino a quel momento. I figli sono l’occasione che ti regala la vita di guardarti allo specchio. Tutto quello che sei, quello in cui credi, quello per cui lotti non sono più solo il tuo modo di stare al mondo, ma si caricano di una nuova responsabilità. Da quando sono arrivate Caterina e Margherita (quattro anni e due scarsi), per Saverio raccontare storie con immagini e parole non è più solo un modo per fare il proprio lavoro. È gettare sul mondo uno sguardo che sarà, almeno inizialmente, anche il loro, è fare scelte di cui a loro più che a chiunque altro dovrà rendere conto.

Se ti stai chiedendo perché mai dovresti leggere il libro di Saverio Tommasi, io ti risponderei che tra tutte le opportunità di lettura che esistono, e ce ne sono infinite, questo libro deve essere lasciato sul comodino almeno un po’, letto la sera prima di andare a dormire, che magari riesce a riconciliarti con la giornata. A meno che tu non sia un fanatico razzista, un convinto fascista o qualcuno che disprezza chi sta con gli ultimi. In quel caso allora, dovresti proprio leggerlo che magari dopo un po’ ti stanchi di essere così incaxxxto.

Comunque sappi che io sto con Saverio.

Magari non sempre sono d’accordo con lui, ma in linea generale c’è da dire che Dio mio quanto abbiamo bisogno di persone indignate. 

Schifate, per l’esattezza, con chi per scherzare dice all’amico: che sei down?, a chi così nel pour parler commenta la situazione immigrati con pressappochismo e ignoranza o anche a chi fa della bassa ironia sui diritti civili degli omosessuali.

Ecco, diversamente da me e da chi non ne ha fatta una missione di vita, Saverio non sceglie mai il silenzio. Infatti lo odiano in molti. C’è qualcuno che non solo organizza compagne di odio mediatico nei suoi confronti ma che, in qualche caso, avrebbe voluto mettere sù (il condizionale ci sta e nel libro ne parla) un vero e proprio evento di odio sotto casa sua.

E io boh, non riesco proprio a capire che male fa Saverio se entra in un campo Rom per mostrare che non tutti sono dei ladri schifosi (opinione che le persone coltivano da centinaia di anni, in maniera assolutamente arbitraria) o quando entra in un carcere femminile e racconta le storie di donne, la quasi totalità brave persone che in qualche momento della loro vita si sono trovate in condizioni rovinose e hanno dato il peggio di se stesse.

Saverio non è Robin Hood che ruba ai ricchi per ridistribuire ai poveri. Saverio racconta solo storie di persone che nella statistica rappresentano una minoranza sociale. Che poi a dirla tutta, minoranza e maggioranza esistono solo nella testa di coloro a cui sfugge qualcosa che Saverio ha colto: tutte le persone sono uguali.

Non nel senso giuridico della frase, ma nel suo significato più umano.

E in questo libro, di Umanità, quella vera, fatta di pannolini cambiati alle proprie figlie, racconti di partigiani e partigiane che hanno tutto da insegnare ai noi ragazzetti viziati del dopoguerra è pieno. E la cosa fantastica è che mi è parso normale leggere all’interno dello stesso capitolo storie particolareggiate sulla cacca delle sue bambine e argomenti di grande profondità come l’uguaglianza, la democrazia e la curiosità.

Le #2 cose che ho amato di più in Siate Ribelli, Praticate Gentilezza:

Ho letto questo libro tutto d’un fiato, sulla panchina al parco mentre mi godevo gli ultimi raggi di sole di ottobre. E ho riso tanto e forte in un paio di passaggi, soprattutto quando racconta l’episodio della spremuta d’arancia sull’aereo. Non vi anticipo la storia, ma una cosa mi sento di dirla soprattutto nel caso Saverio mi legga: La moglie di Tommasi ha sempre ragione e naturalmente io #stoconlei.

A parte un po’ di femmine contro maschi, c’è da dire che ci sono due idee che coltiverò in me, in maniera sistematica. Cose che sicuramente avevo già dentro, come direbbe maestro Oogway di Kung fu Panda, ma che Saverio ha risvegliato in un modo delicatissimo.

#1 – Lo cito perché secondo me rende l’idea benissimo: L’unica figura di merda nella vita, figlie mie, è fingere di sapere tutto. Quando invece uno si spoglia e chiede con gentilezza, allora può chiedere qualsiasi cosa.

Io me lo ricorderò ogni volta che sarò troppo concentrata su di me da dimenticarmi chi ho di fronte; ogni volta che crederò la mia idea migliore di quella degli altri; e per finire, che non è poi per finire ma era solo un modo elegante di concludere un periodo lunghissimo, quando conferirò alla mia esperienza valori assoluti e generalizzanti.

Grazie Saverio per avermelo ricordato, perché sono d’accordo con te, l’unica vera grande figura di merda è fingere di sapere tutto, o doppia miseria, credere che ormai siccome a volte credi di sapere, non hai più bisogno di imparare.

#2 – La seconda cosa che mi ha toccata profondamente l’ha scritta un ragazzo ex fascista, di cui Saverio ha pubblicato la lettera a testimonianza che sì, è vero che non si sta più come un tempo, ma a volte le cose cambiano in meglio e non sempre in peggio. Io ho trovato questa lettera di una bellezza sconcertante ed è la prova, Dio mio se lo è, che siamo tutti progettati per stare bene se smettiamo di flirtare con i nostri pensieri arrabbiati. Comunque la frase che mi ha commosso è: Se si vive nel mondo, se si hanno contatti con gli altri […], non si può morire fascisti, Saverio. E potete comunque sostituire la parola fascisti con razzisti, omofobi o violenti.

Cosa so dell’Autore:

All’inizio di questo articolo ho scritto che ho conosciuto Saverio, che l’ho letto su Facebook e ho guardato i suoi video.

Ma la nostra non è una conoscenza virtuale, io lo conosco per davvero.

Per cui ecco cosa vi dirò di lui in 13 punti:

1. La prima volta che ho contattato Saverio avrei avuto piacere di parlare insieme a lui di Fai Pace con il Cervello il mio libro. Ma naturalmente sono rimbalzata nel peggiore dei modi.

2. Poi l’ho contattato di nuovo per proporgli una puntata in radio sulle relazioni d’amore non consuete: da quelle adolescenziali sminuite con così veemenza dagli adulti, ai disabili e agli omosessuali. E con mia grande sorpresa ha detto subito sì. Non mi ha chiesto quanti ascoltatori aveva la radio, né si è interessato al tipo di beneficio che avrebbe potuto ottenere riguardo a questo.

3. Non mi ha chiesto denaro né io gliel’ho proposto.

4. Fino all’ultimo giorno non aveva capito se l’intervista era telefonica o in studio.

5. Quando ha capito che era in studio non si è affatto lamentato.

6. E’ arrivato cinque minuti prima della diretta e io che stavo già in ansia perché sono del prototipo umano: arriviamo venti minuti prima che non si sa mai.  Sono scesa a prenderlo, accorgendomi che si era fermato al bar del circolo Arci a prendere un caffè perché: come si fa a rinunciare al caffè del circolino?

7. Io ero emozionata e lui non mi ha fatto pesare la mia inesperienza.

8. La sua genuinità è così vera, così divertente che a volte ho perso il filo. Ma lui è sempre stato carinissimo.

9. Abbiamo fatto una foto su mia insistenza che è venuta benissimo perché lui mi girava il telefono sulla base della qualità della luce. Cosa a cui io dopo un anno di radio non avevo mai pensato.

10. Non ha postato la traccia audio della registrazione sul suo profilo Facebook e io sono stata in sbattimento per giorni pensando che considerasse la nostra conversazione come un momento di cui non andare fieri. Dopo qualche mese ha postato un’intervista in radio di una sua amica e mi sono sentita peggio. Dopo ancora qualche tempo ha presentato il libro a radio DeeJay e mentre credevo di peggiorare il mio umore, inspiegabilmente è risalito perché cavolo è stato mio ospite prima di scrivere un libro che sta andando alla grande e anche se non sono brava come le speaker professioniste, l’ho avuto come ospite nel mio programma ben un anno fa.

11. Alla fine della conversazione in radio, mi sono resa disponibile (parolona diciamo che mi sono più appiccicata alla sua caviglia) per un servizio sui diversi approcci nel settore della crescita personale, sempre perché avrei voluto parlargli dei Principi (ah Savé e leggi qui per piacere). Ma lui con eleganza e tanta gentilezza mi ha detto che non era interessato perché avrebbe rischiato di fare qualcosa di molto simile a una puntata del testimone di PIF: aveva ragione. Secondo rimbalzo. Ma tanto è stato gentile che mi sono sentita una mendicante, ma giuro Saverio che ero e sono senza secondi fini.

12. L’ho visto due volte in biblioteca, perché abitiamo nella stessa città e la prima volta non l’ho salutato. Dopo tutti i rimbalzi, il post mancato su Facebook, non volevo pensasse che lo stessi pedinando. La seconda volta però mi son detta: ma che mi frega, mica è il Papa. E infatti dopo i primi trenta secondi in cui, secondo me, mi ha guardato e cercava di capire da quale contenitore della sua mente uscissi, mi ha riconosciuto o boh almeno così mi ha fatto capire. Abbiamo parlato per cinque minuti del più e del meno molto silenziosamente, perché eravamo nella sala dello studio ed è stata una conversazione bella e calda.

13. Visto che avevo ancora il numero di telefono con il quale gli avevo inviato a suo tempo un messaggio allarmato dieci minuti prima della diretta, gli ho scritto di nuovo per fargli sapere che il libro mi era piaciuto molto soprattutto in relazione a quei famosi due punti di cui sopra e lui, attenzione, mi ha risposto quasi subito.

Tutto questo per dire che Saverio è davvero così come lo si vede sui social o nei video. Magari anche lui avrà dei giorni pessimi e forse si comporterà un po’ da stronzo ogni tanto, ma credetemi se vi dico che Saverio è una di quelle persone che predica bene e razzola meglio.

Ecco ve lo volevo dire perché, secondo me, la vita  e la credibilità dell’autore in un libro come questo ha il suo bel peso.

Mettete dunque le mani sul portafoglio e comprate il libro on line se avete il lettore o fate alla vecchia maniera, entrate in una libreria e prendetelo di carta. Se poi volete leggere il libro gratis potete richiederlo alla vostra biblioteca che tanto è già nel catalogo della Biblioteca nazionale ed è disponibile per il prestito interbibliotecario.
In tutti i casi io ringrazio Saverio per la bellezza che butta nel mondo ogni giorno, alla faccia di chi gli vuole male.

Ah e se volete ascoltare la nostra conversazione in radio perché ormai siete curiosi andate qui se state visualizzando da un dispositivo android: https://soundcloud.com/simona-ronchiadin/buonsenso-cercasi-27-diversamente-innamorati-e-bello se invece avete un Iphone andate su Itunes o Podcast, cercate Buonsenso Cercasi e ascoltate la puntata 27.

Se siete al computer Mac o Windows meglio, cliccare il link sopra.

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Io e Saverio durante la mia trasmissione radiofonica Buonsenso Cercasi – Per Donne che cadono sempre in piedi.

Qui avevamo appena finito e io, si vede dalla faccia, terribilmente sollevata. Per fare questa foto ci abbiamo messo qualcosa come cinque minuti, perché la luce non era mai dalla nostra.

Grazie Saverio, mi sono divertita!

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