
Uno sguardo ai confini di Oriente e Medio Oriente, per parlare di Azione e Saggezza
Perché scomodare i racconti del Giappone e i belligeranti del Medio-Oriente per parlare di Azione e Saggezza?
Beh in primo luogo perché il Giappone è una mia antica passione e ogni volta che desidero avere uno sguardo diverso sul mondo, leggo qualche libro scritto in Giappone o che parli di cultura Giapponese. Ecco perché non poteva mancare nella nostra rubrica dedicata alle recensioni, i Racconti dei saggi del Giappone.
L’intera collana di cui questo è il primo libro pubblicato è mio parere un tesoro prezioso e da editore vi confesso che sono un po’ invidiosa di questa collana, è meravigliosa sia dal punto di vista artistico, che contenutistico che dell’oggetto libro in sé. Chapeau all’Edition du Seuil e un grazie immenso all’Ippocampo per averla portata in Italia.
Ho voluto poi affrontare il tema dell’azione e dell’accettazione affrontando un tema piuttosto delicato come la guerra in Medio-Oriente; non mi sono addentrata nelle vicende storiche o politiche, non ne ho le competenze, ma credo che sia un esempio davvero eclatante di come l’uomo sia in grado di agire in maniera anche cruenta e prolungata basandosi su un’idea che lui stesso ha generato. Questo tema, per quanto triste e apparentemente complicato, mi affascina e quando mi dimentico di come funziona il mio pensiero, mi indispettisce pure.
CONFINI
Comunque niente paura, non ho parlato di guerra o di politica, mi sono limitata solo a guardare l’idea di CONFINE da un punto di vista insolito. A chi di voi non lo ha ancora fatto, chiedo cortesemente di leggere l’articolo Accettare non significa rinunciare ad agire e ad inviarmi il proprio commento.
Sui social abbiamo invece affrontato alcuni argomenti piuttosto profondi con semplici flash di parole…
Il nostro tempo è limitato, usiamolo con cura.
Un promemoria, perché lo dimentichiamo spesso e questa dimenticanza è spesso la causa di un sacco di attività e azioni molto lontane da ciò che siamo veramente e da ciò che desideriamo fare… Ricordarselo ha un po’ l’effetto di riportarci nel qui ed ora e ci induce ad interrogarci sulle nostre priorità e sui valori profondi che desideriamo vivere.
Un’altra riflessione che arriva spesso come un soffio di leggerezza è:
Il nostro corpo ripara le ferite esattamente come la nostra mente
Ci avevi mai pensato? La stessa intelligenza che fa in modo che quando ti tagli o ti sbucci un ginocchio, la ferita si rimargini da se, senza bisogno del tuo intervento, è la stessa che permette alla tua mente di tornare in uno stato di quiete, benessere, gioia senza che tu debba fare nulla… E spesso il cercare di fare, di tornare felici, di calmarsi è proprio ciò che ci allontana dal nostro benessere che è un chip installato sin dalla nascita dentro di noi!
(Grazie a Carla Xella, che proprio domenica, durante un corso che abbiamo condotto insieme, ha espresso questo concetto usando la metafora molto efficace del chip!)
Cosa ci aspetta la prossima settimana? Simona è in partenza per un viaggio speciale… Seguitela e cercherà di portarci con se!
Buon fine settimana a tutti!