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Stories

Mettersi in proprio in una Start Up

Daniela di Green-go Kitchen ci racconta la sua storia di come ha deciso di mettersi in proprio e aprire una Start Up decisamente innovativa, una gastronomia vegana con serate a tema, corsi di cucina, mostre d’arte e molto altro.

Se siete stanchi del vostro lavoro da dipendenti e state pensando di mettervi in proprio e volete qualche idea su come affrontare questo passo e sulle difficoltà che si possono incontrare, la storia di Daniela e della sua Start up è ciò che fa per voi.

 

 

*** La storia di Daniela di Green-go Kitchen***

Lasciare il posto fisso ha significato tanto per me, è stato come partire per un viaggio senza bagagli e senza sapere la destinazione, potendo contare solo sulle mie capacità.

E questa forse è stata la svolta di tutto: capire che avevo delle abilità da fare crescere e da sfruttare, avere fiducia in me stessa e riconoscere il mio talento.

Capitava spesso che mi ritrovassi in situazioni professionali fuori contesto grazie al fatto che altre persone notavano in me particolari capacità che io stessa non reputavo poi così sorprendenti… e quindi, oltre al lavoro in ufficio, davo lezioni di inglese, truccavo future spose, esponevo quadri e infine organizzavo corsi di cucina e buffet. La cosa strana è che l’input era sempre esterno, cioè erano le persone a cercarmi per queste attività e non io a propormi perché appunto non mi ritenevo mai abbastanza brava, mai abbastanza formata, mai abbastanza pronta… insomma, MAI ABBASTANZA.

Fino a quando ho cominciato a credere il contrario.

Ma dopo anni di retaggio culturale opposto in cui non ci si sente mai all’altezza, cominciare a credere in me stessa non è stata una cosa di poco conto e soprattutto, ho dovuto fare una cosa che odiavo: chiedere aiuto. Ho capito che avevo un arsenale di energia creativa dentro di me, ma non avevo idea di come convogliarlo e di come farlo fruttare. I dubbi e le ansie della “vecchia me” prendevano spesso il sopravvento e la frustrazione cresceva. Immaginate di avere tutte le carte in regola per poter vincere una gara di corsa: preparazione atletica, condizioni fisiche ottimali, pochi rivali, vento favorevole… arrivate ai blocchi di partenza carichissimi, PRONTI, PARTENZA… VIA! E vi bloccate, completamente. Non partite neanche, restate incollati ai blocchi di partenza. Nessuna chance di vincere, nessuna possibilità di podio, ma soprattutto, nessuna possibilità di dire “ho gareggiato, ci ho provato”. Ecco, questo era come mi sentivo: bloccata.

Grazie ad un percorso di business coaching basato sui Tre Principi ho imparato a sbloccarmi, ad uscire da quelle barriere mentali che mi ero costruita e a superarle. E da lì è cominciata la mia avventura.

Ho capito che per me un certo tipo di etica è imprescindibile e che quindi il mio lavoro avrebbe dovuto rispecchiare questa mia caratteristica. Non mi sarei quindi potuta improvvisare commerciante di pellicce data la mia indole animalista! Insomma, ho dovuto accettare di non essere una commerciale “pura” e lavorare su questo mio aspetto. Ho casualmente conosciuto la mia prima socia e con lei ci siamo messe in proprio e abbiamo dato una sede stabile a Green-go Kitchen, una gastronomia di cucina 100% vegetale in cui si organizzano corsi di cucina e autoproduzione, conferenze, degustazioni gourmet e spettacoli, dove c’è un angolo per il book crossing e per l’aromaterapia, dove i clienti si sentono a casa e condividono con noi risate e pianti, nascite e matrimoni… un posto magico che fa della collaborazione con altre piccole realtà locali un proprio punto di forza.

Credo infatti più che mai nell’importanza di tessere una rete di relazioni positive da coltivare e con cui crescere insieme. Grazie a questa attività ho potuto mettere alla prova molte delle mie capacità e soprattutto ho dovuto necessariamente proporre i miei progetti e servizi senza aspettare che fossero sempre gli altri a chiedermeli. Se all’inizio pensavo che avrei prevalentemente cucinato, in poco tempo ho cominciato a:

  • seguire corsi di marketing e nutrizione on-line
  • contattare professionisti per organizzare conferenze ed eventi
  • utilizzare programmi di grafica per creare locandine degli eventi da sponsorizzare
  • fare showcooking (qualcosa che non avrei MAI pensato di fare!)
  • tenere corsi per professionisti
  • fare consulenze di ricerca e sviluppo prodotti per un’azienda di prodotti bio (esperienza che si è recentemente consolidata e che sta crescendo esponenzialmente)
  • migliorare esponenzialmente alcune tecniche di cucina

e se devo dire la verità, è proprio questa poliedricità che mi piace e mi stimola di continuo! Sono sempre stata una persona che faticava a focalizzarsi su un unico obiettivo, avendo molteplici interessi e uno spiccato entusiasmo per l’arte in generale, quindi avere la possibilità di riunire tante mie passioni in un lavoro indipendente è come avere le batterie sempre cariche e i neuroni ubriachi di creatività.

Cosa significa però tutto questo?

Lavorare in proprio significa anche, almeno per ora, non staccare mai la spina, non avere tempo per concerti, cinema e serate con gli amici, ridurre al massimo i romanzi letti a favore di saggi e letture funzionali al lavoro, dover rispondere a mail e telefonate anche durante il weekend, rinunciare a fare sport e altre attività che richiedono tempo con continuità, rinunciare a stipendiarsi quando è periodo di tasse o quando si rompono dei macchinari. Perché diciamocelo, una start-up in Italia fa fatica a decollare e anche se noi siamo partiti in quarta, alla fine gli investimenti superano sempre i preventivi iniziali e, purtroppo, per gli istituti di credito investire in nuovi business non è sicuro.

Ma la cosa più sconvolgente è che se come start-up vali “1”, dal secondo anno di attività vali ZERO perché non rientri in nessuna casistica, ovvero non sei né una start-up né una ditta consolidata e quindi qualsiasi ulteriore investimento è automaticamente ostacolato. Questo non significa che si debba rinunciare al proprio sogno, ma vuol dire che bisogna essere pronti a farsi aiutare.

Pensateci bene:

dietro ogni successo personale ci saranno sempre persone che hanno creduto in voi, che vi avranno aiutato, se non economicamente anche solo sopportando le vostre assenze dettate dal troppo lavoro e dalla necessità di fare decollare un business. Siatene consapevoli e siate pronti a ringraziare. Rinunciare a mille concerti mi costa, ma è un piccolo prezzo che pago volentieri sapendo che sto costruendo qualcosa di importante e con la certezza che presto potrò concedermi momenti di svago. Ma la soddisfazione che provo nel vedermi così determinata, così cresciuta e consapevole non ha prezzo.

 

Daniela Betta

Green-go Kitchen

Hai un progetto e stai pensando di metterti in proprio? Ma anche tu senti quella colla che ti impedisce di partire oppure stai ancora cercando di mettere a fuoco i tuoi talenti e le tue capacità?

Possiamo darti una mano in questo, scrivici a monica@rendilopossibile.it oppure simona@rendilopossibile.it e facciamoci una chiacchierata esplorativa senza impegno!

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  1. Pingback: Quasi Quasi mi Metto a Fare il Nomade Digitale – Rendilo Possibile

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