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Stories

Quando i Figli Crescono e il Nido Rimane Vuoto

Questo post è dedicato a tutte le mamme e i papà che hanno i figli pronti a spiccare il volo e iniziare la loro vita. E attenzione non mi rivolgo solo a quei genitori che hanno i figli così grandi da prendere e partire lontano da casa ma a tutti coloro che almeno una volta ogni tanto si intrattengono con quella famosa frase che avevamo giurato di non pronunciare mai: “Ma oh questa casa non è un albergo!”.

Quando erano piccoli li volevamo grandi perché eravamo stufi di lavare i denti, svegliarci la notte per un bicchier d’acqua e andarli a prendere a destra e sinistra. Ora invece che sono grandi e autonomi negli spostamenti e nell’organizzazione ci mancano.

Ci mancano come se li avessimo persi.

Tanti anni passati a incastrare feste di compleanno, appuntamenti vari, compiti e presenza quotidiana hanno forse fatto perdere il contatto con altri aspetti di noi adulti. Non è un mistero che io più di una volta mi sia scordata di essere una donna, una cittadina, un’amante dell’arte, della natura e un’ appassionata di lettura.
Ho semplicemente preferito stare con loro intere giornate sui campi sportivi, fare biscotti e guardare film sul divano piuttosto che fare tutto il resto.
E ora tutt’a un tratto mi ritrovo con un figlio che abita fuori e l’altro che anche se abita in casa, lo devo geolocalizzare per capire se mangia a casa.

Ma non pensiate che io voglia parlare con tristezza di questo momento. Come tutte le fasi ha in sé i suoi aspetti belli ed emozionanti che vivo con piacere ed entusiasmo.

Li vedo così belli, giovani e pieni di potenzialità che Dio mio, auguro loro di spaccare tutto!
E poi ci sono dei giorni in cui li vedo così ingenui, teneri ed esposti all’ingiustizia che me li vorrei riprendere e tenere a casa sempre.

Ma vi dico la verità, questi giorni sono rari perché è così evidente ai miei occhi che sono ragazzi in gamba, integri e saggi che so che ce la faranno.

Anche se potrebbero incappare in qualsiasi tipo di delusione.
Anche se potrebbero ferirsi.
Anche se potrebbero perdere.
Anche se potrebbero vedere vacillare la loro vita.

Io so che loro ce la faranno.

E mentre l’altra mattina mi sono svegliata con le lacrime agli occhi sognandoli piccoli e coccolosi, mi sono fatta forza e ho scritto loro una lettera che ancora non gli ho consegnato.

Cari figli miei, vi volevo grandi e adesso mi mancate.

Mi mancano i baci della buonanotte, le letture della sera e le notti nel lettone.
Mi mancano i pomeriggi dopo scuola passati ai giardini e quelli alla piscina comunale a imparare a nuotare.
Mi mancano gli sguardi di meraviglia di fronte a una comprensione, l’entusiasmo a Gardaland e la gioia della torta del Venerdì.

E adesso mi ritrovo davanti voi, che siete grandi e vi state affacciando alla vita con le probabilità di errore, di fallimento e di meraviglia di qualsiasi adulto vivente.

E allora figli miei, lasciate che vi dica che siete liberi. Fate sempre ciò che amate fare senza paura; la vita è generosa, intelligente e non nega mai ciò di cui si ha veramente bisogno.

Andate oltre. Oltre gli alti e i bassi della vita e di chi vi sta intorno e ricordatevi che anche voi, come tutti andate su e giù.

Non risparmiatevi mai. Alzatevi le maniche e fate. La vita è nel mondo, tra le persone. Stare troppo dentro la vostra testa a rimuginare vi trasformerebbe in cinici viziati o sognatori inconcludenti. Quindi fate con cognizione di causa e amore.

Ricordatevi che il senso di identità e quello che pensate di essere è solo uno dei modi per inquadrarvi. Siete molto di più. Siete molto più brillanti, capaci e intelligenti di quello che pensate di essere.
Semplicemente smettete di compararvi e andate avanti.

Fate quello che amate ma non fate in modo che questo diventi una scusa per diventare dei borghesi viziati. Potreste fare qualsiasi lavoro e gioirne al di là di quanto possa essere remunerato, aderente alla vostra formazione o alla vostra tendenza.
E allora invece di stare a fare le pulci sul tipo di lavoro, di attività o di persone, appassionatevi, figli miei.
Non lasciatevi portare a spasso dalla miseria. Puntate lo sguardo sempre a ciò che dentro di voi abbonda.

Nessuno potrà mai togliervi la gioia di vivere se non voi stessi. Le circostanze avranno un impatto su di voi e potrebbero farvi cadere.
Ma voi avete il grande dono della libertà: potreste lasciarvi sopraffare e rimanere sofferenti, oppure rialzarvi e andare oltre.

In ogni caso siete liberi. Questo è il più grande dono che abbiamo: creare la nostra esperienza di momento in momento.
Potreste gioire della vita o intripparvi con motivi di malcontento. E siccome ce ne saranno, figli miei, siate benevoli e pazienti con voi stessi per ogni volta che ricadrete nella trappola del grigiore e dell’aridità.
Poi però alzate lo sguardo e andare incontro al nuovo che sarà disponibile appena mollerete i motivi di tristezza. Sappiate che l’aria viziata che si crea dentro i sentieri abituali della mente può essere molto ma molto svilente.

Abbiate cura del vostro corpo e portategli rispetto. Sappiate mangiare con cura e capitelo. Se ha bisogno di riposo, fermatevi. Se vuole fare, accontentatelo. Se ha bisogno di essere curato, fatelo.
Niente è più prezioso del vostro corpo, condividetelo con chi amate.

Portate rispetto sia a chi vi ama sia a chi vi detesta. In entrambi i casi sappiate che come gli altri la pensano su di voi non ha a che fare davvero con voi e per quanto vi impegniate non potrete fare la felicità o l’infelicità di nessuno. Quindi semplicemente vivete la vostra vita rispettando l’esperienza delle altre persone e non temetela. Capirete quando è il momento giusto di andare e quando è il momento di restare. In ogni caso, se ascolterete profondamente, non c’è possibilità di errore.

Potrete dire qualsiasi cosa se saprete riconoscere lo spazio d’amore da cui parlare. Finché non avrete la grazia di trovare quel luogo dentro di voi, meglio stare in silenzio, limiterete i danni.

Potrete sopportare tanto ma potrebbe esserci il momento in cui dire basta. Non vergognatevi mai di tracciare quella linea, anzi siatene fieri.

Ancora tante cose vorrei dirvi amori miei, ma so che queste parole le capirete solo tra tanti anni e allora, mollo il computer e visto che è sabato e forse ci siete a pranzo, vengo a casa e vi bacio prima di affacciarmi in camera vostra.

Con tutto l’amore che ho.
La mamma.

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    2 Comments

  1. Cara Simona …mi sono commossa !!! È proprio quello che sto provando in questo momento con i miei figli!
    Hanno preso il volo e …che siano liberi ?

    Rispondi

  2. Pingback: I Tre Pensieri di Nataledella Mia Lista – Rendilo Possibile

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